Negli ultimi mesi si sta diffondendo un nuovo tipo di raggiro che sfrutta la tecnologia per colpire la fiducia delle persone. Sempre più cittadini segnalano chiamate “mute”, in cui dopo aver risposto al telefono non si sente alcuna voce. Pochi secondi possono bastare, però, per dare ai truffatori ciò di cui hanno bisogno: il campione vocale necessario per riprodurre artificialmente la voce della vittima.
Secondo Enrico Scarazzati, vicepresidente nazionale della Lega Consumatori e presidente delle sedi di Rovigo e Ferrara, “queste telefonate solo apparentemente innocue possono rappresentare l’inizio di una truffa complessa e pericolosa. Il consiglio principale è evitare di rispondere con un ‘sì’ o di confermare la propria identità: anche poche parole possono essere registrate e riutilizzate”.
Come funziona la truffa
I malintenzionati utilizzano software automatici che generano migliaia di chiamate casuali ogni giorno. Le voci raccolte vengono poi elaborate con strumenti di intelligenza artificiale facilmente reperibili sul web, capaci di imitare in modo realistico il tono e il timbro della voce umana.
Con questi campioni, i truffatori possono costruire vere e proprie “repliche vocali” da usare in diversi contesti fraudolenti: fingendosi un familiare in difficoltà, un operatore bancario o un funzionario pubblico, riescono a convincere le vittime a fornire dati personali o a trasferire denaro.
“Le truffe vocali rappresentano una delle nuove frontiere del cybercrimine”, spiega Scarazzati. “Il pericolo è duplice: non solo viene rubata la voce, ma anche la fiducia e la sfera emotiva delle persone”.
Un fenomeno in crescita
I dati più recenti della Polizia Postale indicano un aumento del 32% nel 2025 rispetto all’anno precedente dei casi di truffe telefoniche in cui la voce viene utilizzata come strumento di inganno. Nonostante gli interventi dell’Agcom, come il blocco automatico dei numeri falsificati, il fenomeno continua ad ampliarsi, alimentato da tecnologie sempre più accessibili.
Come difendersi
Per evitare di cadere vittima di queste truffe, la Lega Consumatori raccomanda alcune semplici ma efficaci precauzioni:
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Non rispondere con “sì”, “sono io” o frasi simili a numeri sconosciuti.
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Evitare di condividere messaggi o registrazioni vocali personali sui social o in rete.
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Concordare con familiari e amici una parola d’ordine da utilizzare in caso di vere emergenze, così da riconoscere eventuali richieste sospette.
“La miglior difesa è la prudenza – conclude Scarazzati –. Essere consapevoli dei nuovi rischi e mantenere alta l’attenzione è il primo passo per proteggersi da queste trappole digitali.”
